Fisiomed

Muscolo diaframma

Il diaframma è un muscolo a forma di cupola, laminare e impari che divide la cavità addominale da quella toracica e risulta molto conosciuto per la usa importanza nella respirazione comunemente chiamata addominale.

Proprio per questo è considerato il muscolo primario della respirazione, ma è fondamentale anche per il benessere di ogni persona per svariati altri motivi spesso ignorati o semplicemente sottovalutati, purtroppo molte volte anche da professionisti del settore.

Il corretto lavoro del muscolo diaframma può giovare a ognuno di noi ed entrando nel particolare troviamo un miglioramento a livello di:

  • respirazione e ossigenazione;
  • stress e ansia (utile anche a livello psicologico);
  • rilassamento e meditazione;
  • fitness e core stability;
  • fisioterapia e riabilitazione;
  • postura;

e altro.

Quelli sopra elencati sono tutti meccanismi nei quali il muscolo diaframma è coinvolto con ruoli di primo piano e viene da sé che un suo mal funzionamento può causare disagi e problemi a tutti questi livelli.

Prima di tutto però è bisogna dare qualche cenno di anatomia del muscolo diaframma.

Un po’ di anatomia

Topograficamente parlando il diaframma si trova centralmente al torace e lo divide dalla cavità addominale.

Esso occupa parte della regione epigastrica, ipocondriaca di destra e di sinistra l’emicupola di destra è un po’ più alta di quella di sinistra per far spazio al fegato.

Il diaframma ha rapporti diretti con polmoni e cuore cranialmente, mentre caudalmente con fegato, stomaco, milza e rene sinistro.

Parlando di origini e inserzioni il diaframma risulta ancora una volta uno dei muscoli più complessi.

Dal centro frenico, l’apice della cupola per intenderci, partono tre foglie distinte che formano diverse inserzioni del muscolo stesso:

  • i fasci carnosi della porzione laterale di tutte e tre le foglie si inseriscono a livello costale dalla sesta in giù;
  • dalla porzione posteriore origniano fasci carnosi che si inseriscono antero-lateralmente a livello della vertebre lombari L1-L2-L3 (il pilastro di destra di ferma tra L3 e L4, quello di sinistra tra L2 e L3);
  • dalla porzione anteriore originano fasci che si inseriscono infine a livello del processo xifoideo dello sterno.

Un’altra questione molto importante da affrontare sono i forami e le arcate tendinee che permettono a diverse strutture anatomiche di attraversare il diaframma:

  • forame della vena cava (con nervo frenico) all’altezza di T8;
  • forame aortico (con dotto toracico e vena azygos) all’altezza di T12;
  • forame esofageo (con arterie esofagee e tronco vagale) all’altezza di T10;
  • forami minori del pilastro sinistro (piccolo e grande nervo splancnico di sinistra e vena emiazygos);
  • forami minori del pilastro di destra (piccolo e grande nervo splancnico di destra e vena azygos);
  • forami del Morgagni (rami epigastrici superiori dell’arteria toracica interna e alcuni rami linfatici di fegato e parete addominale anteriore);
  • arcata dell’ileopsoas (muscolo grande psoas e tronco del simpatico);
  • arcata del quadrato dei lombi (muscolo quadrato dei lombi)

Le sue funzioni

Con la sua contrazione il diaframma si abbassa e aumentando la differenza di potenziale permette al polmone di gonfiarsi di aria: il diaframma è il principale muscolo respiratorio del nostro corpo sinergico e per certi versi antagonista dei muscoli della respirazione toracica e clavicolare.

In generale possiamo dire che una respirazione corretta fisiologica dovrebbe dipendere per un 80% dal diaframma e un 20% dagli altri muscoli accessori.

In molte più persone di quello che si possa pensare questa proporzione viene completamente sfalsata, invertita o peggio (in caso di blocco diaframmatico).

Avere un diaframma poco funzionante, salvo che voi siate in gravidanza dove risulta normale, può portare molti problemi in diversi ambiti della salute: parliamo in generale di stress, mal di schiena, dolore cervicale, ipercifosi, stitichezza, gastrite, e altre problematiche causate ad esempio dalla contrazione scorretta e dal mancato movimento dei visceri.

Benefici di un diaframma tonico

Quando invece facciamo lavorare il diaframma nel modo corretto con esercizi di respirazione ad hoc, i benefici che si possono ottenere sono davvero tanti.

Questo muscolo è da sempre sotto la lente di ingrandimento in moltissime discipline di tutto il mondo e si trova avvolto da una alone molto particolare composto da verità scientifiche, verità dettate dall’esperienza, ma anche supposizioni, leggende e miti.

Tra le prime due, quelle che in effetti ci interessano, troviamo benefici molto particolari e variegati:

  • maggiore ossigenazione dei tessuti;
  • maggiore irrorazione sanguigna anche del microcircolo;
  • maggiore capacità funzionale e di mobilità di cuore e polmoni;
  • miglior funzionamento del sistema linfatico con una migliore eliminazione delle tossine;
  • drenaggio linfatico addominale e cranico;
  • massaggio viscerale con conseguente aumento della motilità dei visceri;
  • benefici dalla digestione alla peristalsi;
  • riequilibrio neurovegetativo;
  • miglioramento degli stadi di ansia ed emotivi;
  • aumento della qualità del sonno;
  • funzione respiratoria.

Un diaframma performante garantisce da solo una respirazione funzionale e una corretta ossigenazione dei tessuti del corpo nella maggior parte delle situazioni, non a caso amo definirlo il principe della respirazione.

Il movimento di contrazione concentrica si può dividere funzionalmente in due fasi distinte: nella prima il centro frenico si abbassa fino a diventare un punto fisso quando si scontra con le resistenze sovrastanti e sottostanti (alzando le coste superiori e aumentando sia il diametro longitudinale che quello antero-posteriore). Nella seconda, sfruttando il punto fisso appena creatosi le fibre muscolari laterali si contraggono (alzando le ultime coste e aumentando il diametro trasversale).

Prendendo in considerazione la respirazione possiamo distinguere due atti diversi, l’inspirazione e l’espirazione: durante la contrazione del diaframma abbiamo una inspirazione (attiva), mentre al suo rilascio abbiamo una espirazione (passiva).

Molto importante in entrambe le fasi, specialmente in quella espiratoria è la sinergia con i muscoli addominali, in particolare con il muscolo trasverso dell’addome (molto importante per la sua sinergia con il diaframma non solo in espirazione forzata).

Stress, emotività e rilassamento

Il nostro modo di respirare è strettamente correlato con il nostro stato d’animo ed essendo il diaframma basilare per respirare nel modo corretto, risulta abbastanza facile comprendere come la tonicità di questo muscolo possa giovare anche in caso di alti livelli di stress.

Non a caso molte discipline olistiche come lo yoga, la meditazione o il Reflessage concentrano molta attenzione sulla corretta respirazione per poter raggiungere il benessere desiderato.

Il lavoro sulla respirazione e sul diaframma viene molto spesso utilizzato con successo anche in ambito psicologico per migliorare stati di ansia e l’emotività.

Benessere viscerale

Mentre l’aorta e la vena cava sono protetti dalla contrazione del muscolo diaframma dal centro frenico stesso e da alcune arcate tendinee, il dotto esofageo si trova nella zona muscolare e quindi un funzionamento non corretto del diaframma può portare a problemi gastroesofagei (come la gastrite).

Viene quindi naturale immaginare come una respirazione corretta sia strettamente legata a una corretta funzionalità digestiva dello stomaco e dei visceri correlati.

Un altro beneficio che ormai tutti conoscono è l’aumento della funzionalità e della peristalsi dell’intestino, molto importante in caso di stitichezza.

Al di sotto del diaframma troviamo anche altri organi come il fegato che trae giovamento dal movimento diaframmatico che lo comprime in inspirazione (spingendo il sangue proveniente dal sistema portale nella vena cava inferiore) e gli permette di riempirsi nuovamente in espirazione per purificare al meglio il sangue.

Anche il sistema linfatico viene stimolato durante la respirazione: in particolare parliamo del lavoro svolto dal diaframma sulla cisterna del Pecquet e sulla milza, con un’azione molto positiva nell’eliminazione delle tossine dai tessuti.

Tutti i visceri traggono beneficio comunque dal movimento diaframmatico in termini di motilità con una conseguente minore formazione di infiammazioni e aderenze fasciali.

Sempre da quel dotto esofageo passano anche il ramo sinistro e destro del nervo vago, componente nervosa regolatrice del nostro sistema vegetativo: quando il diaframma lavora male può irritare un ramo del nervo vago creando quindi svariate problematiche riflesse legati ai visceri innervati dallo stesso.

Diaframma, postura e dolori muscolo scheletrici

Il diaframma ha delle implicazioni molto profonde quando parliamo di postura e in molti casi è il punto di partenza per il corretto trattamento di molti dolori muscolari (anche cronici).

Oltre alla sua importanza, spesso trascurata, quando parliamo di core stability (molti si concentrano solo sull’allenamento dei muscoli addominali tralasciando altri fattori molto importanti come diaframma e pavimento pelvico), proviamo a pensare un momento ai suo svariati collegamenti con altre parti del corpo umano.

Viene naturale l’associazione del diaframma con molte problematiche fisiche e posturali come ad esempio:

  • ipercifosi (un suo accorciamento può provocare un aumento della curva dorsale);
  • lombalgia (a causa delle sue inserzioni a livello lombare e della sua stretta relazione coi muscoli grande psoas e quadrato dei lombi);
  • sciatica (per la rigidità che può causare a livello lombare);
  • dolore cervicale (un respirazione toracica e una rigidità diaframmatica sono causa di irrigidimento del muscolo trapezio).

Il muscolo diaframma come abbiamo visto è coinvolto in moltissimi aspetti della nostra salute e proprio per questo motivo ognuno di noi dovrebbe sapere come respirare.

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